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Voce Clandestina

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Voce Clandestina è uno “spettacolo” che si muove e si trasforma dall'estate del 2000, lì nato con il titolo “Sole” e diventando nel  2004  “Il corpo è libertà”, alternando poi negli anni e in molte edizioni due titoli simili:“Canzone clandestina” e “Voce Clandestina”, questo fino al 2017, quando quest'ultimo titolo è parso il più adatto ad elaborare con la nostra compagnia un percorso aperto e collettivo per nuovi laboratori e rappresentazioni, ma la scelta di questo titolo viene innanzitutto dal suo percorso creativo, perché l'intero lavoro è scaturito dalla viva Voce dei Laboratori succedutisi in questi anni e perché, molte delle canzoni, sono state scritte giorno dopo giorno per delineare e applicare il lavoro didattico del momento, o sono state vestite e modificate per “allievi” e caratteri specifici, molte volte provandole poi all'impronta con gruppi di laboratorio che non avevano mai cantato o fatto teatro, così sono nati molti dialoghi o passaggi scenici.

I testi sono quindi la sintesi di tanta pratica e studio teatrale fatto da centinaia di persone approdate al laboratorio permanente del Teatro dell'Assedio.

Questa pubblicazione vuole essere il supporto alle produzioni che verranno, agli spettatori che avranno la voglia di rivedere ciò a cui hanno assistito, ai nuovi laboratori che il Teatro dell'Assedio porterà per le città, nella speranza di un tentativo d'arte politica, per  proporre una forma di partecipazione creativa alla lotta dei poveri e degli emarginati contro le diseguaglianze, di essere dalla parte dei perdenti truffati nel gioco truccato di questa macchina infernale di merci, illusioni e sfruttamento che è questo il mondo, tentando nel nostro piccolo d'approdare ad una maggiore consapevolezza, a una forma di liberazione attraverso le pratiche teatrali, insomma di fare qualcosa con quest'arte millenaria e insopprimibile. 

Michelangelo Ricci

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ideato e creato da Michelangelo Ricci

Voce Clandestina nasce come esigenza storico-politica per delineare il concetto di clandestinità nelle sue diverse forme, per edulcorarlo dal suo significato taciuto e incompreso, dando vita a personaggi che descrivono “storie clandestine” dal proprio punto di vista. E’ da punti di vista ribaltati che si vuole prendere le mosse, per risvegliare nel pubblico una riflessione.

Lo spettacolo attraversa dall'interno la tradizione del teatro-canzone, in una forma innovativa e corale che assedia e travolge lo spettatore. Coniugando canzone d'autore, poesia e satira, la Voce Clandestina suscita sentimenti sia

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drammatici che ironici ed esprime un grido di liberazione da ogni forma di potere, anche sessuale e patriarcale. 

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Una messinscena che, muovendosi tra tematiche storiche, economiche, individuali e sociali mediante ora la leggerezza di un canto, ora l'ironia di un dialogo o la forza di una performance o il rigore di un monologo, vuole guardare negli occhi lo spettatore ed evocare una visione più ampia della clandestinità, una clandestinità che coinvolge tutti coloro posti ai margini da questa società. E’ un grido di denuncia e di lotta, dunque, vuole scuotere lo spettatore e porlo dinanzi alle responsabilità sociali di ognuno di noi, oltreché offrire un prodotto artistico di qualità che generi anche dei sentimenti vitalistici e di speranza nell’animo di chi guarda.

Vi è perciò un’attenzione particolare ai cambiamenti costanti del contesto socio-culturale all’interno del quale il Teatro dell'Assedio si trova ad agire attraverso la sua attività teatrale che cerca di inserirsi con determinazione all’interno del processo storico che stiamo vivendo mediante un’analisi continua della realtà che rende questo spettacolo un prodotto artistico in continuo divenire ed ogni rappresentazione mai uguale ad un’altra precedente.

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Lo spettacolo si presenta come un vero e proprio concerto corale in cui anche le musiche vengono eseguite dal vivo e vede in scena artisti che con grande energia e coinvolgimento del pubblico riescono a suscitare tra gli spettatori sia momenti di riflessione riguardo i temi trattati sia momenti in cui la gioia e il sentimento vitalistico prendono il sopravvento in un’esplosione di danze e canti dando luogo ad un’altalena di emozioni che consente di instaurare una forte empatia tra gli artisti in scena e lo spettatore, che diventa perciò parte davvero attiva dello spettacolo.

Sole (2000)

Il Corpo è Libertà (2003)