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di Michelangelo Ricci
Sono qui
scritto e diretto da
Michelangelo Ricci
con
Giusi Salvia
Gabriella Rago
Soledad Flemma
Flavia Augusta Sciorilli
co-regia:
Fabio Buonocore
musiche:
Michelangelo Ricci
scenografia:
Michelangelo Ricci
trovarobato:
Gabriella Rago
produzione ed organizzazione:
Teatro dell'Assedio
"Quello che sta qua sopra,
qua fuori,
aldilà della scena,
del teatro,
non viene di sotto,
giù,
nel teatro,
dove si muovono i figli che fanno l'amore con le madri,
dove
i fantasmi dei padri
chiedono conto ai figli sulla loro inettitudine"
(2017)
Tragedia post-moderna meta-teatrale che spietatamente denuncia la rassegnazione allo sfacelo della situazione odierna. Un racconto visionario e feroce sul teatro e sulle radici che lo attraversano, radici che affondano dolorosamente nella paternità come luogo e spazio scenico e nella maternità come motore narrativo e drammatico, per condurre lo spettatore tra le ceneri e le polveri di un teatro morto che si appresta a diventare un mero magazzino di merci. Una scrittura corrosiva e sarcastica ridisegnata in un allestimento scarno, cupo, destabilizzante, quasi un ritorno ai moduli espressivi primordiali della tragedia. Schermi velati, polvere, quinte opacizzate dal tempo, fari dismessi, sedie divelte, macerie, disordine e un sapiente gioco di illuminotecnica conferiscono allo spettacolo una atmosfera da tela espressionista e, a tratti, da pellicola horror. L’impianto drammaturgico si polarizza su due piani narrativi: morte del teatro e tensioni familiari espresse nel diverbio tra la pretesa borghese di riscatto sociale di una figlia che tenta di vendere il teatro e le pulsioni artistiche della madre attrice. In un susseguirsi di atmosfere dolorose che vengono restituite per gradi, lo spettacolo prosegue e incalza presentando sulla scena anche la sorella, violenta ma anche rassegnata e aderente interprete delle volontà della madre, e una austera e impettita infermiera, sino a che il ricordo si concretizza sulla scena: una ‘voce dal passato’ dipana il dubbio e la tensione trasmessa invade il teatro.
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